Raymond Aron, La rivoluzione introvabile. Riflessioni sul Maggio francese
Maggio 1968, Parigi. Raymond Aron, già all’epoca uno dei più influenti intellettuali europei, osserva con un misto di curiosità e apprensione le rivolte che da Nanterre alla Sorbona cominciamo a scuotere l’Università francese. Nella fase iniziale, avendo a suo tempo sostenuto la necessità di una vasta riforma nell’organizzazione degli studi superiori, si sforza di comprendere le ragioni degli studenti, anche se non condivide il frasario rivoluzionario degli “arrabbiati” e il loro spirito iconoclasta.
Raymond Aron, La rivoluzione introvabile. Riflessioni sul Maggio francese

Maggio 1968, Parigi. Raymond Aron, già all’epoca uno dei più influenti intellettuali europei, osserva con un misto di curiosità e apprensione le rivolte che da Nanterre alla Sorbona cominciamo a scuotere l’Università francese. Nella fase iniziale, avendo a suo tempo sostenuto la necessità di una vasta riforma nell’organizzazione degli studi superiori, si sforza di comprendere le ragioni degli studenti, anche se non condivide il frasario rivoluzionario degli “arrabbiati” e il loro spirito iconoclasta. Ma quando gli scioperi coinvolgono le fabbriche e il pubblico impiego, paralizzando per giorni la Francia, comincia a temere una vera e propria insurrezione generale. La latitanza del potere e la pressione della piazza sembrano portare il Paese sull’orlo del caos. Ma lo scoppio rivoluzionario – da alcuni temuto, da altri sperato – non si realizza: il “partito dell’ordine”, capeggiato da de Gaulle, riprende all’improvviso il controllo della situazione.

Passata la grande paura, resta ovviamente da capire il significato degli avvenimenti: si è trattato di un potenziale cambio di regime o di un simulacro di rivolta? Di un movimento di masse o della messa in scena di minoranze? Lucido e appassionato come sempre, Aron si getta ancora una volta nella mischia politico-intellettuale e pubblica “a caldo” la sua analisi del Maggio francese. Nasce così La Rèvolution introuvable, uno dei suoi saggi più conosciuti e controversi, tradotto per la prima volta in italiano.

A lungo considerato l’atto di accusa di un conservatore contro lo “psicodramma” rivoluzionario, il saggio di Aron è in realtà, dietro l’apparenza dello scritto d’occasione, una penetrante analisi delle ragioni – storiche, sociologie, ideologiche – alla base della rivolta studentesca e dei fattori che rendono l’ordine politico liberale drammaticamente fragile. Una riflessione nel solco di Tocqueville, che dopo quarant’anni non ha perso nulla della sua rilevanza politica e scientifica.

pp. LXIX-304, Euro 15  ISBN 978-88-498-2023-2

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