di Danilo Breschi
Ipotesi fantapolitica. La espongo tra il serio e il faceto, provando a leggere tra le pieghe del momento attuale.
Siamo solo al primo tempo di un’operazione pensata come articolata in tre fasi.
Prima fase: governo giallo-rosso, ottima soluzione per prendere tempo e preparare sotto copertura amica la seconda fase.
Chi ha bisogno di tempo e copertura amica? Matteo Renzi, il quale non è l’unico attore protagonista dell’operazione. Chi sarebbero i compagni di viaggio? Proviamo ad azzardare. Anzitutto, Carlo Calenda, che dunque sarebbe solo uno pseudo-antirenziano con funzioni da apripista. Poi viene la grancassa mediatica che crea l’evento, prepara la nascita della start-up. Dietro di essa potrebbe celarsi un soggetto che sia quanto meno proprietario di uno dei più importanti quotidiani italiani e magari anche di un’emittente televisiva che da anni si occupa quasi solo di politica, oltre a possedere una miriade di pubblicazioni annesse e connesse. Il battage pubblicitario verterà sulla imprenscindibile necessità di una grande formazione di centro, moderata, europeista, antisovranista ed antipopulista. A supporto di un tale orizzonte programmatico potrebbe aderire anche una porzione del partito Fininvest, nonché giungere una benedizione da Oltretevere. Confindustria non potrà che esserne soddisfatta. A questo punto è completata anche la seconda fase.
Infiocchettato il pacchetto, deve essere consegnato al corpo elettorale. Indi per cui scatta la terza fase: termina l’utilità del governo-copertura. Si stacca la spina. I renziani, ovvero la maggioranza parlamentare PD, toglie la fiducia ai gialli-rossi e si indicono nuove elezioni. Obiettivo? Se non un movimento tipo “En Marche!”, quantomeno un partito che sia ago della bilancia nella formazione del governo della prossima legislatura.
To be continued.
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