di Danilo Breschi

Evviva! Finalmente la rivoluzione democratica, o ancor meglio, la “riforma morale e intellettuale” degli italiani è alle porte. Si sta profilando ormai una nuova generazione di italiani, e italiane, che unisce una profonda coscienza politica con una spiccata sensibilità ambientalista. Una generazione che è sempre più solidale ma chiede al contempo meritocrazia, si preoccupa dell’ambiente sempre più minacciato da inquinamento e catastrofi naturali, e quindi propone un ritorno alla “partecipazione”, sostiene la riscoperta del “bene comune” e ipotizza modelli di organizzazione economica e sociale ispirati al criterio della “decrescita”. Siccome ama l’“unità nazionale”, questa new generation apprezza molto l’operato del Capo dello Stato, essendo “Napolitano” un’altra delle parole verso cui la percezione e le aspettative dei nuovi italiani si rivelano positive.

Forse questi nuovi italiani sono ancora un po’ bigotti, perché considerano “out” una parola – e anche il relativo concetto e la relativa pratica? – quale “matrimonio gay”, però si riscattano immediatamente perché condannano parole – e, immaginiamo, i relativi concetti e le relative pratiche – come “individualismo” (alias egoismo), “veline” (non avremo finalmente più le code di decine di migliaia di adolescenti con mamme al seguito per le selezioni di “Striscia la notizia” o di qualche reality show), “federalismo” e “Padania” (i leghisti si preparino a racimolare il 2% dei consensi alle prossime elezioni politiche). E poi, dulcis in fundo, trovano quasi impronunciabile la parola “Berlusconi” e l’associano ad un fenomeno ormai appartenente interamente al passato.

A confermarci in questa previsione, o preveggenza, è l’indagine sul nuovo lessico degli italiani, uscito nel luglio 2011 e condotta dall’Osservatorio sul Capitale Sociale dell’istituto di ricerca Demos & Pi, in collaborazione con Coop (Associazione Nazionale cooperative di consumatori).

L’istituto è stato fondato ed è tuttora presieduto da Ilvo Diamanti, notissimo sociologo, editorialista del quotidiano “la Repubblica” e autore di numerosi saggi sulla composizione sociale e le dinamiche politico-elettorali nell’Italia della Prima e Seconda Repubblica. Si starebbe dunque formando uno splendido “capitale sociale” nell’Italia di un berlusconismo prima imperante e ora declinante.

L’indagine dell’Osservatorio Demos-Coop offre una rappresentazione degli orientamenti dei cittadini verso parole di interesse pubblico e di maggiore frequenza nella comunicazione “mediale e internautica”, quindi – ed è la relazione di accompagnamento all’indagine a dirlo – si tratta di parole “particolarmente significative nel linguaggio del tempo presente”. Il sondaggio è stato somministrato a 1013 intervistati per via telefonica.

La nota informativa allegata ai risultati dell’indagine spiega che il campione nazionale “è rappresentativo della popolazione italiana con 15 anni e oltre per genere, età, titolo di studio e zona geopolitica di residenza” e che “i dati sono stati ponderati in base al titolo di studio (margine di errore 3.0%)”.

Da oltre dieci anni, l’istituto di ricerca Demos & Pi “cura la realizzazione di importanti osservatori ricorrenti, divulgati attraverso rapporti periodici, al fine di monitorare e aggiornare l’evoluzione dei fenomeni di interesse”. Così recita una nota di presentazione inserita sul sito web dell’istituto. Queste indagini beneficiano della collaborazione di importanti partner strategici, come Coop Adriatica e “la Repubblica”, ma realizza anche indagini ad hoc per committenti pubblici e privati.

Eppure un dubbio maligno ci assale. Solo una domanda resta al bambino che ha visto il Re nudo: ma siamo proprio sicuri che sia questa l’Italia reale? A noi, modestamente, pare che le italiane e gli italiani si comportino in tutt’altro modo. O forse qualcosa di più preciso i dati proposti da Diamanti & C. riescono ad individuare: la tavola dei valori delle Giovani Marmotte. Urgono massicce dosi di realismo storico per il reparto sociologico dell’intellighenzia italiana.