di Maria Mercede Ligozzi*

Un lungo viaggio attraverso les intermmitences du coeur è la vita leggendaria di Palma Bucarelli narrata nel volume di Lorenzo Cantatore ed Edoardo Sassi, con la prefazione di Citto Maselli, Palma Bucarelli immagini di una vita. Il “romanzo per immagini” di Palma Bucarelli, che è stata la prima donna a dirigere un museo – la Galleria nazionale d’arte moderna dal 1940 al 1975- è ricostruito dagli autori attraverso fonti storiografiche inedite e originali. Una biografia per immagini voluta dalla stessa Bucarelli che scelse insieme agli autori del volume molte delle foto che la ritraggono nei diversi periodi della sua mitica esistenza. Avvalendosi di una originale metodologia storiografica, gli autori ripercorrono cronologicamente la biografia di Palma Bucarelli attraverso numerose fonti d’archivio: documenti, articoli di giornale, libri, lettere, diari ed interviste che attraversano la storia italiana del XX secolo dal fascismo alla liberazione, dal boom economico al Sessantotto.

Dalla documentazione fotografica, ampiamente commentata nel volume, sono tratte alcune foto inedite di Hitler, di Ciano scattate da Paolo Monelli, giornalista e scrittore dandy e “grande e unico amore” di Palma Bucarelli e una foto di Claretta Petacci insieme alla direttrice della Gnam: nel suo archivio, la Bucarelli conservava un invito a una mostra personale della Petacci, che era una pittrice dilettante. Dalla ricostruzione iconografica risulta evidente l’abilità mediatica con la quale l’affascinante Bucarelli ha creato la propria immagine di figura femminile idealtipica del Novecento che, in largo anticipo con il proprio tempo, ha valorizzato l’arte contemporanea e in particolare l’arte astratta “nell’arretrato panorama culturale italiano del secondo dopoguerra”.

Dalla narrazione degli autori emerge il volto di un’icona femminile del Novecento che ha attraversato la cultura italiana insieme a intellettuali e scrittori come Alberto Moravia, Elsa Morante, Curzio Malaparte, Giulio Carlo Argan, e artisti come Dalì, Savinio, De Chirico, Giacometti, Morandi, De Pisis. Fin dalla giovinezza, Palma Bucarelli, nata nel 1910, frequenta ambienti e istituzioni culturali e, dopo essere stata allieva dello storico dell’arte Adolfo Venturi alla Facoltà di Lettere dell’Università “ La Sapienza” di Roma, diviene ispettore alla Pubblica istruzione insieme a Giulio Carlo Argan e a Cesare Brandi.

Dalla puntuale ricostruzione degli autori emerge la composita personalità di Palma Bucarelli, che intreccia la dimensione intellettuale, quale studiosa e storica dell’arte, con quella di musa e “regina della cafè-society italiana” frequentando salotti, mostre, gallerie, teatri, festival, convegni, ma sempre impegnata intensamente per il progresso della cultura italiana. La passione per l’arte ma anche per la moda, per lo sport, per l’esplorazione di siti archeologici, di musei e delle città europee delineano la figura femminile di Palma Bucarelli, che con Paolo Monelli condivise il grande amore per la costiera amalfitana, per Capri e Cortina d’Ampezzo, quali luoghi d’elezione delle loro villeggiature.

Sin dal 1941, la Bucarelli progettò un piano di conservazione delle opere della Galleria nazionale d’arte moderna dai pericoli dei bombardamenti, e negli anni della Liberazione si impegnò intensamente nella salvaguardia del patrimonio artistico. Nel 1945, con la riapertura al pubblico della Galleria nazionale d’arte moderna, Palma Bucarelli, direttrice dell’istituzione museale, progettò una rivoluzionaria idea di museo-scuola finalizzata ad attrarre pubblico di diverse estrazioni sociali e in quegli anni di fervore sui diritti civili delle donne, divenne per i mass media il simbolo della emancipazione femminile.

Con dovizia di particolari gli autori del libro evidenziano anche la rilevanza mediatica di Palma Bucarelli nella stampa estera: nel 1950 un giornale di Berlino “Der Tag” a corredo di un articolo sulla direttrice della Galleria nazionale, pubblica una foto dell’amatissimo cagnolino di Palma, “Lord Michi” che percorre “ tutto solo un corridoio” del museo. Attraverso le bellissime immagini corredate da documenti d’archivio e commentate da Lorenzo Cantatore ed Edoardo Sassi, si ripercorre il decennio delle Biennali di Venezia, dal 1948 al 1958, nel quale Palma Bucarelli è ritratta con i massimi esponenti della cultura italiana e internazionale del XX secolo: da Renato Guttuso a Luigi Einaudi a Toti Scialoja, all’industriale Pietro Ferraro e Peggy Guggenheim (storica antagonista della Bucarelli nello scenario artistico internazionale) e, alla Biennale del 1950, con il grande scultore russo Ossip Zadkine, cubista e protagonista dell’École de Paris, che in quell’anno vinse il Gran Premio per la scultura.

L’inaugurazione della storica mostra di Picasso alla Galleria nazionale d’arte moderna, nel 1953, è documentata con foto che ritraggono Palma Bucarelli con Luigi Einaudi e lo storico dell’arte Lionello Venturi; all’evento furono presenti tutti gli ambasciatori del blocco sovietico. Il sostegno del Pci alla realizzazione della mostra di Picasso suscitò polemiche nella stampa conservatrice e nell’opinione pubblica, ma non mancarono polemiche anche per il sontuoso ricevimento in onore di Salvator Dalì al quale parteciparono protagonisti del jet set internazionale, in particolare la bellissima modella americana Consuelo Crespi che fu il personaggio simbolo della Dolce Vita felliniana.

Alla fine degli anni Sessanta, Palma Bucarelli decretò l’ingresso dell’arte astratta in Italia con l’inaugurazione, nel 1958, della mostra di Jackson Pollock che suscitò, da parte del comunista Mario Alicata, convinto assertore del ruolo di avanguardia del realismo socialista, una interrogazione parlamentare al ministro Moro, nella quale Palma Bucarelli era accusata di “settarismo filo-astratto”. Dalla ricostruzione biografica del volume, nel decennio tra gli anni Sessanta e Settanta, Palma Bucarelli è ritratta con poeti, artisti e critici di rilievo internazionale come Emilio Vedova e il pittore e regista Hans Richter esponente delle avanguardie storiche, nonché con il critico Gillo Dorfles e con il Ministro della Cultura francese, André Malraux, alla Biennale di Parigi.

Negli anni Settanta Palma Bucarelli acquista ed espone opere d’arte cinetica, e nel giugno dello stesso anno inaugura alla Galleria nazionale la mostra di Ettore Colla. Sin dalla fine degli anni Sessanta, inoltre, realizza progetti interdisciplinari organizzando concerti e festival di musica contemporanea. La straordinaria vita per immagini di Palma Bucarelli si chiude con l’ultima foto, del 1997, alla Galleria nazionale d’arte moderna che la ritrae insieme al ministro per i Beni culturali, Walter Veltroni.

Diva fatale dell’arte del XX secolo, Palma Bucarelli, sia come studiosa sia come manager culturale, ne ha saputo esprimere la più recondita essenza, quale manifestazione e rappresentazione dell’eterno femminino, facendo della propria vita un’opera d’arte.

* Responsabile dell’ Osservatorio sul pubblico della Galleria nazionale d’arte moderna

Lorenzo  Cantatore,  Edoardo Sassi, Palma Bucarelli immagini di una vita, Palombi Editori, Roma 2011