di Antonio Capitano

Ci sono personalità che hanno lasciato il segno e creato, con la loro scomparsa, un vuoto incolmabile. In questi tempi di smarrimento, di decandenza dei principali valori c’è un ritorno al passato più buio ogni volta che vengono negati e violati i principali diritti umani e non. E questo purtroppo sta avvenendo spesso. Nel mondo e anche molto più vicino a noi di quanto pensiamo. E spesso il crimine più grande è quello di fare finta di niente, di non intervenire. Di non difendere il più debole, i più deboli. E invece questo dovrebbe essere il principale compito di una società strutturata nelle sue articolazioni sostanziali: la luce del diritto contro ogni barbarie, come orizzonte di senso e umanità per arrestare il processo di dissoluzione.

Antonio Cassese (1937-2011), uno dei più eminenti giuristi italiani, professore di diritto internazionale, strenuo difensore dei diritti umani, più volte delegato italiano presso conferenze diplomatiche ed organismi Europei e delle Nazioni Unite, è stato una persona normale nella sua straordinarietà. Recentemente scomparso, con la sua straordinaria testimonianza di studioso e di giudice internazionale ha dimostrato che di diritti umani si può e si deve ancora parlare, rivolgendosi ad un pubblico sempre più vasto. Instancabile difensore del primato della ragione e del diritto sull’irrazionalità della violenza, il grande studioso ci ha lasciato in eredità il messaggio che in questo mondo dolente può emergere con forza il ruolo decisivo dell’opinione pubblica internazionale.

Per queste fondamentali ragioni spicca la nobile iniziativa dell’Associazione Culturale Amici del Caffè Gambrinus ONLUS – Trieste – e del Centro Studi di Diritto Comparato, i quali organizzano l’incontro sul tema “Antonio Cassese: il Sogno dei Diritti Umani” che si svolgerà mercoledì 14 marzo 2012 alle 17 presso l’Auditorium del Museo Revoltella (via Diaz 27) di Trieste.

Attraverso contributi di studiosi, letture a leggio e proiezioni multimediali, grandi voci della cultura si alterneranno nella narrazione del percorso umano e accademico di Antonio Cassese. Punto di partenza della significativa giornata sarà la domanda più difficile ed impegnativa: ha ancora senso oggi parlare di diritti umani? Soprattutto quando nel mondo contemporaneo i conflitti sono scontri spietati tra belligeranti diseguali che fanno regredire l’uomo alla barbarie più feroce; quando dilagano forme di guerra privata che si sottraggono a qualsiasi tipo di legge e che i trattati internazionali non riescono a fermare. I diritti umani sono violati ovunque nel mondo e divengono spesso pretesti per attaccare l’avversario. E recentemente anche il Papa ha detto in merito una frase semplice ma efficace: “la violenza non serve all’umanità, ma alla disumanità”.

Introdurrà i lavori, il giudice della Corte Costituzionale Sabino Cassese con un intervento dal titolo: “Diritti umani e universalità del diritto”. Parteciperanno i docenti universitari Paola Gaeta e Mauro Bussani; lo scrittore e giornalista Pierluigi Sabatti; il regista Antonio Calenda e l’attore Massimiliano Borghesi.

Nel mondo “che va dissolvendosi e sprofonda”, per dirla con Sant’Agostino, bisogna necessariamente soffermarsi sui valori permanenti e metterne al centro la dignità di OGNI persona umana. Antonio Cassese è stato un uomo giusto, imparziale, vero giudice. Difensore di ciascun diritto negato a favore del ripristino non solo della legalità, ma anche del rispetto dell’Uomo al di là di ogni Dichiarazione. Rispetto pieno per la persona umana che lo hanno reso paladino della forza dell’Ordinamento contro ogni tentativo di minarne le basi. E questo con autorevole libertà di pensiero e visione etica facce di una stessa medaglia, perché si è davvero liberi di esprimere la forza del proprio pensiero solo se si è integri moralmente. E Antonio Cassese era così. E “sta in noi” raccogliere ogni giorno, dovunque siamo e qualsiasi cosa facciamo, il suo prezioso insegnamento.

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