di Emanuele Schibotto*
Per continuare a mantenere costanti i ritmi di crescita economica attuale, la macro-regione asiatica dovrà necessariamente rivedere le strategie di approvvigionamento energetico. È quanto emerge da un report pubblicato da Asian Development Bank (ADB).
“Si stima che le economie emergenti asiatiche, registrando un tasso medio di crescita annuo del 6%, produrranno il 44% del Pil globale nel 2035. Questo scenario da ‘secolo asiatico’ comporterebbe un drastico aumento della quota regionale del consumo di energia globale: da circa un 1/3 nel 2010 al 51-56% nel 2035”. La sfida principale per i Paesi della regione non riguarderà tanto la gestione della crescita economica, quanto la capacità di assicurare gli approvvigionamenti energetici creando un mix energetico sostenibile. In buona sostanza, gli Stati che non sapranno cogliere l’importanza della sfida saranno costretti a rivedere le proprie ambizioni economiche. Qui di seguito riportiamo i punti salienti indicati dal report:
Assicurarsi l’indipendenza energetica. Tenendo in considerazione che le fonti energetiche regionali disponibili (principalmente carbone, idrocarburi e nucleare) non riusciranno a coprire il fabbisogno energetico complessivo, le importazioni di petrolio aumenteranno in maniera esponenziale – quasi triplicando in volume da qui al 2035 (dagli attuali 11 milioni di barili/giorno agli oltre 30 milioni). Ciò avrà l’effetto di rendere la macro-regione più vulnerabile agli shock energetici esterni.
Limitare l’inquinamento atmosferico. Se le stime di crescita saranno confermate e non vi sarà un cambio nella distribuzione del mix energetico, i consumi di petrolio e quelli di gas rispettivamente raddoppieranno e triplicheranno da qui al 2035, mentre i consumi di carbone altamente inquinante cresceranno dell’80%. Procedendo con questi ritmi, nel 2035 la regione Asia-Pacifico produrrà da sola l’intera quota annuale di emissioni di Co2 sostenibili dal pianeta.
Assicurare un più ampio accesso alle fonti energetiche. Sono 700 milioni le persone che oggi in Asia non hanno accesso all’elettricità moderna, circa metà della quota mondiale. Uno sviluppo inclusivo non può prescindere dal più ampio accesso a elettricità e carburanti da cucina puliti per ridurre i rischi alla salute e all’ambiente.
Limitare i sussidi. I sussidi all’energia pesano per oltre il 2% del Pil in India, Indonesia,Vietnam e superano il 4% in Bangladesh e Pakistan creando distorsioni economiche ed un uso inefficiente delle risorse, appannaggio soprattutto delle classi più povere.
Puntare sulla urbanizzazione smart. Le “città intelligenti“, grazie ad una pianificazione urbanistica sostenibile e ad un sistema di trasporto integrato efficiente, possono contribuire ad una drastica riduzione della domanda energetica.
Aumentare il peso dell’energia pulita. Il mix energetico del futuro deve necessariamente ricomprendere una componente maggiore di energia pulita. L’energia rinnovabile, in particolare, dovrà giocare un ruolo chiave, dato il potenziale ingente della regione. Basti pensare che, in meno di un decennio, la capacità installata di energia solare ed eolica ha raggiunto rispettivamente gli 82 e 20 gigawatt. La Cina e l’India, già oggi, contano per oltre il 70% della potenza eolica mondiale.
Creazione di un mercato dell’energia pan-asiatico. La promozione di sinergie regionali in campo energetico porterebbe due risultati significativi: fungerebbe da motore per l’integrazione e la cooperazione regionale e allo stesso tempo produrrebbe un effetto moltiplicatore sotto il profilo del risparmio energetico, dell’accesso alle fonti di energia e dei benefici per l’ambiente. Un esempio: secondo l’ADB un modello di integrazione energetica nella regione del Mekong porterebbe ad un risparmio di 14 miliardi dollari in 20 anni.
Utilizzare il capitale umano. Sarà di importante fondamentale, per l’intera regione, sfruttare in campo energetico le idee innovative dei talenti a disposizione. Come suggerisce il report, un settore dell’energia moderno potrà sorgere in Asia “solo se la conoscenza sarà lì a sostenerlo”.
* Dottorando di ricerca in geopolitica economica presso l’Università Marconi e Coordinatore Editoriale del Centro Studi di Geopolitica e Relazioni Internazionali Equilibri.net. Co-autore del libro “Italia, potenza globale? Il ruolo internazionale dell’Italia oggi” (Fuoco Edizioni, 2012)
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