di Emanuele Schibotto*

secolo asiaticoIl Secolo Asiatico è una realtà? L’Asia supererà l’Occidente nei prossimi decenni? Ne abbiamo discusso con John West, esperto di Asia e direttore dell’Asian Century Institute di Toronto.

Quali sono le caratteristiche più importanti del Secolo Asiatico?

La caratteristica più importante è la rinascita dell’economia asiatica dopo un paio di secoli di relativo declino.

L’economia della macro-regione asiatica si trova su una traiettoria ascendente da quando il Giappone iniziò la sua ripresa post-bellica. Negli ultimi due decenni il peso dell’Asia nell’economia mondiale è salito dal 20% al 30% del Pil globale, ma è ancora ben al si sotto del suo peso in termini di popolazione, circa il 60 percento. Un altro metro di paragone è la misura del Pil procapite: il livello regionale è ben al di sotto della media globale.

Il raggiungimento della quota del 60% del Pil globale potrebbe essere raggiunto nella seconda metà del XXI secolo se la rinascita economica continua.

Grazie alle sue performance economiche dinamiche, l’Asia sta realizzando il suo potenziale di convergenza ed è possibile che sorpassi persino la media globale.

L’incremento del peso economico sta già cambiando le relazioni di potere politico-economico tra l’Asia e il resto del mondo, in modo particolare l’Occidente: la Cina e (forse) l’India stanno emergendo quali nuove potenze globali. Di riflesso, anche il rapporto di potenza tra gli alleati asiatici dell’Occidente (su tutti Giappone e Corea) e gli altri Paesi asiatici, soprattutto Cina, sta mutando.

Il Secolo Asiatico risulterà in un “ritorno della Storia” che prefigura un dominio asiatico pre-coloniale? Oppure assisteremo ad una semplice crescita costante dell’influenza dell’Asia a livello mondiale?

Sotto il profilo storico, l’Asia ha sempre detenuto il primato mondiale in termini di popolazione e Pil. Tuttavia, durante gli ultimi due secoli il Pil è sceso sotto i livelli occidentali a causa sia degli effetti avversi della colonizzazione occidentale e giapponese che per le rivolte interne scoppiate in alcuni Paesi – per esempio in Cina. Il rapido progresso economico dell’Occidente, grazie alla rivoluzione industriale, ha determinato un balzo all’indietro dell’Asia in termini relativi.

Benché l’Asia contasse sul maggior peso economico mondiale, non è mai stata di fatto una potenza mondiale. Fino a pochi secoli fa era virtualmente impossibile diventare una potenza globale nei termini in cui lo sono gli Stati Uniti oggi – e ciò era determinato dal limitato livello di sviluppo tecnologico. Anche durante la dinastia Ming la Cina non ebbe a disposizione le risorse militari o navali per conquistare l’Europa nel modo in cui gli europei conquistarono in seguito il resto del mondo. In Asia Orientale Pechino certamente si configurava come una potenza regionale, grazie al sistema di relazioni tributarie con i Paesi vicini (suzerainty).

Anche se l’Asia superasse l’Occidente in quanto a dimensioni economiche nei prossimi decenni, è molto improbabile che riuscirà a sorpassarlo in termini di Pil pro-capite o di livello di sviluppo tecnologico – ci riuscirà tra molto tempo, se mai succederà. L’Asia rimarrà un continente con una popolazione immensa e sarà meno prospero e tecnologicamente avanzato dell’Occidente.

Al momento è difficile considerare l’Asia come una singola regione, allo stesso modo con cui si fa riferimento all’Occidente. L’Asia non possiede forme profonde di cooperazione politica ed economica come la NATO, l’UE o persino il NAFTA (Trattato di Libero Scambio dell’America del Nord). Al contrario, si pensi che le relazioni internazionali asiatiche più forti sono l’alleanza Giappone-USA e l’alleanza Corea del Sud-USA.

Al momento attuale, l’Asia è definita dalla sua diversità sotto il profilo politico, economico e culturale. E’ anche caratterizzata da rivalità e tensioni esistenti tra molti dei suoi Paesi. Possiamo persino dubitare con cognizione di causa che l’Asia esista!

Per questi motivi è difficile predire se l’Asia diverrà una potenza globale, usando lo stesso significato usato con riferimento all’Occidente. L’Asia è molto grande, ma non molto potente. La maggior parte dei Paesi asiatici sono più preoccupati da problemi interni che dalle questioni internazionali. Nessuna nazione asiatica sta promuovendo i valori universali così come fa l’Occidente. Inoltre, l’Asia è stata ed è tuttora un grande beneficiario del sistema internazionale ideato dall’Occidente e non appare in grado di proporre una alternativa.

In conclusione, ci stiamo imbarcando in un mondo multi-polare nel quale l’Occidente e il sistema internazionale di stampo occidentale continueranno a dominare, ma il potere sarà sempre più condiviso con l’Asia e le altre potenze emergenti. Il fatto più degno di nota in questo contesto è la perdita di influenza e rilevanza dell’Europa, preoccupata da problemi interni e in declino anche sotto il piano della spesa militare.

 

* Emanuele Schibotto è membro dell’Istituto di Politica, direttore editoriale del centro studi di relazioni internazionali Equilibri.net, dottorando di ricerca in geopolitica economica presso l’Università Marconi, Director for Development per Asian Century Institute. Il suo ultimo libro è “Italia, potenza globale? Il ruolo internazionale dell’Italia oggi” (Fuoco edizioni, 2012).

 

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked (required)