di Maurizio Griffo

grillo_fg_trump_afpLa vittoria ha molti padri, la sconfitta è orfana, recita un vecchio adagio. Nessuna meraviglia, perciò, che Beppe Grillo voglia intestarsi la vittoria di Donald Trump. Appena venuto a conoscenza del risultato delle elezioni americane, il comico genovese ha affermato trionfalmente che si tratta di un successo del movimento cinque stelle o comunque di una vittoria che rispecchia in pieno gli ideali e gli obiettivi del movimento da lui fondato. Le dichiarazioni di Grillo non stupiscono, seguono un copione prevedibile, che consiste nel battere la grancassa appena è possibile. Hanno però un difetto: non corrispondono al vero. Circostanza che per il leader pentastellato, campione di demagogia, avrà certo un’importanza trascurabile ma che può essere rilevante per il cittadino comune. Cerchiamo, allora, di capire perché non c’è corrispondenza tra la posizione politica di Trump e quella di Grillo e dei pentastellati.

Anzitutto, l’immobiliarista americano opera all’interno del sistema politico statunitense e non fuori e contro di esso. Trump, infatti, ha vinto le elezioni non come candidato di un partito nuovo, ma come esponente di uno dei due grandi partiti storici, anzi di quello più vecchio. Un movimento politico che viene indicato con l’acronimo di GOP, grand old party. Inoltre, per poter porre la sua candidatura ha dovuto passare la trafila selettiva prevista dalle leggi vigenti, candidandosi e vincendo le primarie. Certo, Trump è partito come un totale outsider, e ha dovuto affermarsi contro la dirigenza storica del partito, ma si è mosso sempre all’interno del sistema. Al contrario il movimento grillino non solo è una formazione politica nuova, nata una decina di anni addietro, ma ha un carattere del tutto anomalo. Il marchio “Movimento cinque stelle”, infatti, è proprietà della Casaleggio e associati. Si tratta insomma di un partito che è corretto definire tecnicamente, e non solo polemicamente, un partito azienda. Anomala è anche la posizione del suo leader. Grillo, infatti, avendo subito anni addietro una condanna penale (per una vicenda non legata alla politica) non può candidarsi, in base al regolamento interno. Questo significa che il maggiore esponente del partito resterà sempre un leader extraistituzionale.

Le differenze non diminuiscono, anzi si accrescono, se dal quadro delle regole ci volgiamo ai contenuti politici. Ancora non sappiamo come il nuovo presidente americano indirizzerà la sua azione, in che modo le affermazioni fatte in campagna elettorale saranno tradotte in misure pratiche. Sotto questo profilo è più che lecito nutrire dubbi e anche preoccupazioni. In particolare aleggia lo spettro dell’isolazionismo in politica estera e pare non infondato il timore di una politica economica protezionista. Tuttavia una cosa appare certa. Trump ha una posizione chiaramente contraria all’islamismo, in tutte le sue manifestazioni. E questo non può che rincuorare anche chi non apprezza il suo stile politico o nutre dubbi sulle scelte che farà in materia di politica commerciale.

I grillini, invece, per quanto siano nelle istituzioni oramai da alcuni anni, non hanno dismesso la mutria antisistema, né hanno mai mostrato il desiderio di collaborare con le altre forze politiche. In sostanza, non formulano proposte ma fanno agitazione. Basti pensare al cavallo di battaglia del reddito di cittadinanza, di cui mai sono state indicate con precisione le coperture. Una situazione che peggiora se si esamina l’ambito, sempre più cruciale in questa temperie storica, della politica estera. Su questo versante il movimento pentastellato non solo chiede ulteriori diminuzioni della spesa militare ma vorrebbe revocare anche le tradizionale collocazione atlantica del nostro paese. Quanto al contrasto dell’emergenza islamista la loro posizione è perlomeno ambigua.

In conclusione se si analizzano le dichiarazioni del comico genovese si comprende che l’etichetta di “populista” che si usa per definire movimenti politici sorti in diverse parti del globo copre in realtà merce diversissima. E quella che si smercia, o si tenta di smerciare, in Italia è sicuramente avariata.

 

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