di Giuliano Gioberti

In occasione del cinquecentenario della composizione de Il Principe di Niccolò Machiavelli il Complesso del Vittoriano ospita dal 25 aprile al 16 giugno 2013 la mostra “Il Principe di Niccolò Machiavelli e il suo tempo. 1513 – 2013” che, attraverso manoscritti, documenti, manufatti, opere d’arte, vuole dare risalto all’importanza di un’opera che ha inciso profondamente nella storia culturale del nostro Paese e che ha rappresentato un punto di riferimento imprescindibile per la cultura europea offrendo l’occasione per illustrare la figura di Machiavelli a cinquecento anni dalla composizione del suo celebre trattato.

Numerosi musei di grande prestigio, insieme a importanti istituzioni e collezioni private hanno contribuito alla realizzazione di questa importante esposizione. Tra questi, solo per citarne alcuni, la Congregazione per la Dottrina della Fede della Città del Vaticano, la Casa del Machiavelli di Colmasino, l’Archivio di Stato di Firenze, la Biblioteca Medicea Laurenziana, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e i principali Musei del Polo Museale Fiorentino, la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, il Museo di Capodimonte di Napoli, la Biblioteca Nazionale Centrale “Vittorio Emanuele II” di Roma, la Galleria Borghese, la Galleria nazionale d’Arte Moderna, il Museo Centrale del Risorgimento e i Musei Capitolini di Roma.

La rassegna, che nasce sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, è promossa dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani e Aspen Institute Italia con il patrocinio e la collaborazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Roma Capitale e Camera di Commercio di Roma. La curatela è di Alessandro Campi in collaborazione con Marco Pizzo con la direzione e il coordinamento generale di Alessandro Nicosia. L’esposizione è organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando con il sostegno di eni. La mostra sarà inaugurata mercoledì 24 aprile alle ore 18.00 presso il Complesso del Vittoriano.

La mostra

La mostra vuole ripercorrere la storia de Il Principe, la figura di Machiavelli e la fortuna che l’importante opera ha avuto nei secoli. Una serie di scrittori, di politici e di intellettuali dal XVI ai giorni nostri, hanno visto infatti nello scritto di Machiavelli il loro punto di riferimento ideale contribuendo alla sua straordinaria diffusione in tutto il mondo grazie a traduzioni e edizioni in più lingue.

Con la composizione de Il Principe nel 1513, pubblicato per la prima volta nel 1532 e il cui titolo originale era De principatibus, Machiavelli firma il primo vero trattato di politica moderna. Da uomo del suo tempo e da osservatore attento della sua epoca, Machiavelli compone un’opera da cui, attraverso l’uso di un originale stile saggistico che si alimenta di rigore e intensità, emerge il profilo di un autore lucidamente consapevole dei ruoli e dei compiti della politica. “La «patria» del Machiavelli”, citando Francesco De Sanctis, fra i primi autori a rivalutare la portata del suo pensiero, “è naturalmente il comune libero, libero per la sua virtù e non per grazia del papa e dell’imperatore, governo di tutti nell’interesse di tutti”.

Il trattato del Machiavelli, che ha diviso la critica fra sostenitori e detrattori, e che ha fatto coniare il termine di “machiavellismo”, ha segnato una emancipazione della concezione della politica profilando l’autonomia dell’azione del “Principe” rispetto alla morale e alla religione.

In questa visione rinnovata dello Stato, alla fortuna, intesa come mondo esterno, imprevedibile e avverso, il Principe contrappone la propria virtù, intesa come intelligenza, energia e “ardimento” nel proprio lavoro.

Fra l’agosto e il settembre 1512 termina l’esperienza repubblicana di Firenze, i Medici ritornano al potere. Il cardinale Giovanni de’ Medici, futuro Papa Leone X, insieme al fratello Giuliano, ristabilisce la signoria medicea, interrotta per 18 anni. In una lista di congiurati antimedicei compare il nome di Niccolò Machiavelli, che viene arrestato e torturato. Riconosciuto estraneo ai fatti ma non riuscendo ad entrare nei favori della potente famiglia, Machiavelli si ritira nel podere di Sant’Andrea in Percussina, nella villa detta l’Albergaccio. Qui si dedica alla stesura de Il Principe, un trattato di dottrina politica inizialmente dedicato a Giuliano dei Medici, che si trova a Roma presso il Papa, e in seguito indirizzato a Lorenzo, capitano generale dei fiorentini e duca di Urbino dal 1516. Questi però, nel ricevere in dono l’opera nel 1515, non ne coglie l’importanza.

Scritto nel 1513, ma pubblicato soltanto nel 1532 dopo la morte del suo autore, Il Principe si articola in 26 capitoli. Machiavelli lo raccomanda al suo lettore, Lorenzo de’Medici, dicendogli che vi troverà “la cognizione delle azioni degli uomini grandi, imparata da me con una lunga esperienza delle cose moderne e una continua lezione delle antique”. Machiavelli delinea le qualità che il principe deve possedere per conquistare e conservare uno stato, pervenendo ad una visione della realtà estremamente realistica in cui l’azione del principe deve votarsi, con estremo rigore e con ogni energia, al raggiungimento del suo scopo.

Tanti i temi toccati da Machiavelli nel dipanarsi della narrazione fra cui l’analisi dei diversi tipi di principato, l’autonomia della politica dalla morale e dalla Chiesa, i concetti di virtù e di fortuna.

Durante questi cinquecento anni Il Principe è stato interpretato in una quantità di modi diversi, spesso opposti, è stato oggetto di plagi, censure, confutazioni. Può essere considerato una delle opere letterarie più tradotte nel mondo, sul quale sono state costruite tante celebri interpretazioni critiche. Un’opera affascinante e controversa che continua a mostrare una straordinaria riflessione sul potere.

Sezioni

La mostra si articola in sei sezioni.

Machiavelli e il suo tempo. In questa sezione si delinea il contesto storico in cui è vissuto Machiavelli, con i principali avvenimenti e protagonisti storici del periodo: dalla Congiura dei Pazzi alla morte di Lorenzo il Magnifico, dalla figura di Girolamo Savonarola alle Repubblica fiorentina di Pier Soderini, fino ad arrivare alla restaurazione medicea. Tra le moltissime opere esposte in questa sezione, emerge il Bando contro Niccolò Machiavelli del 19 febbraio 1513 proveniente dall’Archivio di Stato di Firenze e lo splendido Ritratto di Clemente VII di Sebastiano del Piombo del 1526 proveniente dal Museo di Capodimonte di Napoli.

L’arte della guerra. Questa parte della mostra offre un approfondimento in merito all’opera di Machiavelli Dell’arte della Guerra scritta tra il 1516 e il 1520 in cui emergono le convinzioni politico-militari dell’autore. Fra le opere esposte viene presentata la prima edizione a stampa del volume del 1521, le successive edizioni del Cinquecento di questo libro e diverse armature storiche.

Il Principe. Momento centrale dell’esposizione, la sezione è dedicata al celebre trattato di cui sono esposte le più importanti e prestigiose edizioni a stampa, a partire da uno dei diciannove codici manoscritti ancora esistenti al mondo e dalle prime copie a stampa del 1532 di Firenze e di Roma, pubblicate dopo la morte di Machiavelli. Una galleria di importanti ritratti introducono la figura di Cesare Borgia, detto il Valentino, il condottiero che Machiavelli individua come principe ideale. La sezione affronta inoltre la particolare vicenda della messa all’Indice dei Libri proibiti del Principe da parte della Chiesa. In mostra saranno presenti importanti cimeli (lo schedario della Congregazione dell’Indice) provenienti dall’archivio storico del Sant’Uffizio. In questa sezione una parte è dedicata alle principali traduzioni de Il Principe in francese, in inglese, in latino tra Cinquecento e Seicento.

Ad introdurre le opere librarie e pittoriche una grande installazione multimediale realizzata grazie alla straordinaria partecipazione di Pierfrancesco Favino che legge per la mostra la lettera di Niccolò Machiavelli a Francesco Vettori scritta il 10 dicembre 1513 in cui viene annunciata la compilazione del celebre trattato.

Machiavelli e i classici. Sezione speciale dedicata al rapporto profondo e fruttifero che Machiavelli ha con i “classici” tanto importanti per la sua formazione. Esposta l’Introduzione del libro I dei Discorsi sulla prima decade di Tito Livio, Minuta autografa del Machiavelli, scritta su recto e verso del foglio su carta sciolta s.d. 1513-1519, proveniente dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze ed esposte anche sculture classiche provenienti dai Musei Capitolini. La minuta autografa dei Discorsi sulla prima decade di Tito Livio è uno dei diversi documenti autografi esposti in mostra come del resto le Historie fiorentine, manoscritto proveniente dalla Biblioteca Medicea Laurenziana.

Fortuna e diffusione de Il Principe. L’obiettivo è di mostrare a studiosi e grande pubblico come Il Principe sia stato al centro di studi, di scritti, di analisi di grandi intellettuali in questi secoli. Scopo di questa sezione far vedere come Il Principe sia stato tramandato e sia arrivato fino a noi. Qui vengono esposte alcune copie appartenute a celebri personaggi della cultura come, ad esempio, quella di Benedetto Croce, di Federico Chabod o celebri interpretazioni come quella contenuta nei Quaderni dal Carcere di Antonio Gramsci del 1930-1933 provenienti dalla Fondazione Istituto Gramsci, Archivio Antonio Gramsci di Roma. Anche nella modernità tante personalità della cultura e della politica si sono interessate a Machiavelli: Mussolini, Gentile, Fanfani, Spadolini, Berlusconi; in mostra le copie di proprietà di questi celebri personaggi o le loro testimonianze.

Machiavelli e il nostro tempo: usi e abusi. Sezione dedicata a “usi” e “abusi” impropri de Il Principe. Giochi da tavola, videogiochi, francobolli, cartoline, libri di marketing che traggono ispirazione dalla “filosofia” machiavellica. Questa parte vuole essere testimonianza di come il più grande pensatore politico della cultura contemporanea sia stato protagonista anche in ambiti diversi dal pensiero politico.

 

 

 

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