di Antonio Capitano e Marianna Scibetta
“Si dovrebbero insegnare principi di strategia che permettano di affrontare i rischi, l’inatteso e l’incerto, e di modificarne l’evoluzione grazie alle informazioni acquisite nel corso dell’azione. Bisogna apprendere a navigare in un oceano d’incertezza attraverso arcipelaghi di certezza”. Così scrive E. Morin.
Che cosa dipingerebbe oggi Ambrogio Lorenzetti? Sono passati molti secoli da quando il Palazzo Pubblico di Siena è stato affrescato con le Allegorie che descrivono gli effetti del buono e del cattivo governo.
In tempi di smarrimento di una classe dirigente qualificata e qualificante è necessario intervenire con provvedimenti di urgenza per ripristinare un sistema distorto e carente di efficacia ed effettività delle regole. Nei momenti di crisi più che mai c’è bisogno di un riformismo nel senso più ampio del termine. Ri-formare. Dando all’aspetto educativo e formativo un ruolo di primaria importanza. A queste esigenze cerca di rispondere il Master Universitario in Management e Politiche delle Pubbliche Amministrazioni presentato a Roma nel corso dell’evento “Il Buon Governo. Il ruolo delle amministrazioni pubbliche” alla presenza del Ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi , del Giudice costituzionale Sabino Cassese di altri eminenti studiosi.
Il Master che nasce dalla collaborazione e cooperazione tra la Scuola Superiore per la Pubblica Amministrazione, presieduta da Giovanni Tria e la School of Government della LUISS Guido Carli diretta da Sergio Fabbrini vuole essere un contributo alla crescita e aggiornamento professionale a sostegno dei processi di cambiamento delle pubbliche amministrazioni in Italia.
Il ministro con una ricca ed incisiva relazione si è soffermato sulla necessità di prevenire i fenomeni di degenerazione del sistema ed in primo luogo della corruzione che incide notevolmente sulla tenuta della credibilità di una pubblica amministrazione.
Proprio per questo il Master prevede lo studio dell’etica pubblica affinché i capaci e i meritevoli possano concorrere ad una nuova formazione di classi dirigenti. Sabino Cassese, con chiarezza di sempre, ha ricordato che la costituzione italiana prevede modelli ai quali uniformarsi. E dunque capacità, merito, buon andamento e diritto alla buona amministrazione debbono essere i fondamenti sui quali deve reggersi uno Stato che possa chiamarsi tale.
Ma la produzione legislativa pletorica e spesso superflua riesce in Italia a prevedere effetti distorti che in un sistema delegificato come quello inglese non trova dimora.
Occorre dunque aprire la carriera ai talenti con autorevoli esempi di formazione per una nuova “cultura del pubblico”, per cambiarne l’immagine consolidata dei pochi che rovinano il lavoro dei molti. Purtroppo scarsa preparazione e fenomeni corruttivi hanno determinato nel tempo una sorta di inciviltà etica.
Proprio per rispondere alla mancanza di senso civico è necessario un passaggio dal Mito al Logos, con una fondamentale attenzione alla moralità civile per creare un valore pubblico per il miglioramento dei contesti sociali. Sul punto già in altre occasioni Cassese ha evidenziato che “ogni problema amministrativo è un problema sociale e, per converso, ogni problema sociale diventa, prima o poi, una questione di natura amministrativa”.
Significativo il contributo di Bernardo Giorgio Mattarella, direttore del Master unitamente ad Antonio La Spina, nel descrivere il dipinto di Lorenzetti con un pregevole raffronto con la situazione odierna. Ne consegue una necessaria reazione per ripristinare il sistema anche attraverso Master di questo tipo che devono priviliegiare anzitutto l’aspetto motivazionale da congiungere con la capacità e il merito. Un nuovo affresco formativo ispirato ad una concreta laboriosità tipica per la verità delle botteghe rinascimentali nei quali gli allievi erano veri allievi e non si confondevano con i maestri, che erano veri maestri.
Allievi oggi che devono essere non statici dirigenti pubblici rectius burocrati, ma dinamici manager dall’agire trasparente non già per applicare le regole, ma per risolvere i problemi per dare risposte concrete e trovare soluzioni attingendo alla conoscenza e alla coscienza. I direttori del Master sottolineano che le pubbliche amministrazioni sono in fase di cambiamento alla luce dei mutamenti del contesto nazionale ed internazionale in cui esse operano, perché gli attori sociali, i soggetti economici e quelli sovranazionali pongono domande ed impongono scelte che non possono essere disattese, giacché le innovazioni tecnologiche investono in modo ineludibile anche i processi di definizione e sviluppo delle politiche pubbliche.
In questi giorni si discute di una pubblica amministrazione al servizio dei cittadini. Una vera riforma deve educare alla legalità, deve formare attingendo all’illuminismo francese e sulla scia di nobili esempi di scuole riconosciute in tutta Europa quali l’Ena Francese o i modelli evocati da Sergio Fabbrini di Oxford e Cambridge. Una scuola di elite aperta a tutti sulla base del merito e non solo; anche perché non si ha necessità solo di persone preparate, ma soprattutto di persone motivate con requisiti etici e morali perchè il lavoro per la P.A. è anzitutto servizio pubblico e in questo ciascuno deve applicare la sua personale spending review quando si trova ad amministrare con una sana gestione delle risorse assegnate. Si pensi al complesso groviglio di norme che dovrebbero disciplinare gli appalti pubblici e allora verrebbe da rispondere all’esigenza di non creare nuove leggi, ma di rendere efficaci quelle già esistenti ed efficienti i sistemi di giurisdizione e di giurisprudenza.
Come nella più efficace pedagogia dunque “impartire” poche, essenziali e semplici regole per ottenere una educazione efficace e sensibile ai valori morali ed etici e permettere la crescita di un individuo che sappia trovare il suo equilibrio e sappia realizzare le sue potenzialità personali ed individuali nel confronto con altre individualità, in una dimensione sociale. E per dirla con Santi Romano si può ben affermare che “il Diritto non è norma ma è società”, e come la società cambia anche le leggi si modificano e andrebbero modificate nella sistematicità per non creare processi di rottura fra norme generali, specificità e regolamenti di attuazione. Per questo è fondamentale un percorso educativo e formativo del tutto innovativo e dunque davvero al passo con i tempi, tenendo ben presente tutte le distorsioni che sono sotto gli occhi di tutti; il nuovo Master potrebbe rappresentare una soluzione ragionata ad una P.A. che non riesce a cambiare pelle nell’immaginario collettivo e spesso nella realtà di tutti i giorni ogni volta che un cittadino durante tutta la sua vita si imbatte in una amministrazione pubblica.
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