di Fabio Ecca

dalle carte del nonnoAnna Marina Storoni Piazza presenta una bella biografia (“Dalle carte del nonno. Ulderico Mazzolani, un repubblicano tra le due guerre”, Firenze, Le Monnier, 2013) su un personaggio, suo nonno Ulderico Mazzolani, che è stato tra i protagonisti della storia politica italiana, assumendo importanti ruoli istituzionali nel primo dopoguerra. Utilizzando anche documentazione inedita rinvenuta fortunosamente nella propria soffitta, l’autrice ricostruisce meticolosamente l’intera vita del proprio avo sia nei suoi aspetti privati che in quelli pubblici e istituzionali. Offre così ai lettori quello che la stessa definisce un «atto d’amore» (p. 6) con cui ricostruisce per la prima volta l’operosa vita pubblica e i principali eventi privati di Ulderico Mazzolani: partendo dalle sue origini e dal contesto familiare in cui matura convinzioni e ideali, si analizzano i suoi primi contatti con l’attività politiche, l’adesione alla massoneria e il percorso che compie nel partito repubblicano per cui ricopre le cariche pubbliche di consigliere comunale e quindi, l’anno successivo, assessore supplente nella giunta Nathan del comune di Roma (1907). Candidato con il PRI, diventa deputato del Collegio di Ravenna proprio in uno dei momenti più critici per il territorio emiliano dove nel giugno 1914 si verificano i moti di rivolta che prendono il nome di “Settimana rossa”.

Ma è lo scoppio della Grande guerra che probabilmente rappresenta una svolta nella sua vita: convinto interventista, partecipa al conflitto come sottotenente di artiglieria. Nella difficile situazione politica, economica e sociale del dopoguerra ricopre incarichi politici ancor più importanti: è infatti nominato membro della Commissione parlamentare d’inchiesta per le spese di guerra (1920-1923), l’istituzione che aveva il compito di indagare su eventuali “sovrapprofitti” conseguiti da industriali italiani nelle forniture belliche all’esercito italiano durante la Grande guerra e di imporre ai “pescecani industriali” i risarcimenti all’Erario pubblico. Due settimane dopo la marcia su Roma, nel novembre 1922, ne è quindi nominato Presidente e in questo ruolo deve fronteggiare le molteplici pressioni fasciste, gli intrighi economici e lo stesso Mussolini, «determinato a togliere di mezzo quell’ingombrante ostacolo rappresentato dalla Commissione d’inchiesta» (p. 225).

È questo un impegno che gli renderà nemiche non poche persone, soprattutto tra gli inquisiti dalla stessa Commissione e tra alti dirigenti mussoliniani. E’ divenuto, agli occhi del Duce, un «personaggio troppo ingombrante, […], al corrente di mille segreti di Stato» (p. 267). Costretto a terminare anzitempo la propria carriera pubblica e sorvegliato dalla Ceka, ritorna a svolgere la propria professione di avvocato difendendo i perseguitati politici davanti al Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato. Inizia per lui un lungo periodo di apparente inattività politica, pur continuando a rendere pubbliche le proprie opinioni contrarie al regime mussoliniano. Rimane in realtà in contatto con alcuni dei più alti dirigenti antifascisti espatriati all’estero e contribuisce alla propaganda antifascista rimanendo sempre attento e sensibile alle dinamiche politiche e culturali più profonde del nostro Paese.

Quella della Storoni Piazza è insomma la prima, completa e ben documentata biografia su Ulderico Mazzolani, anche se la stessa autrice ci ricorda che è presente un «grande buco nero» (p. 9) non riuscendo a ricostruire in maniera completa la sua, pur accertata, appartenenza alla massoneria. Nonostante ciò, il libro presenta il notevole pregio di aver fatto luce su un personaggio che ha occupato posti di rilievo nell’Italia del secolo scorso.

 

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