di Renata Gravina
L’icastica rappresentazione di Baudelaire che definiva il Belgio un “arlecchino diplomatico” sembra essere confermata dalla realtà effettuale. Il belgi non sono un popolo, ma continuano ad essere divisi in fiamminghi e valloni in una sorta di guerra per bande permamente.
Il Belgio è al suo top record di paradossi. Dopo quello strettamente politico raggiunto grazie agli oltre 500 giorni di deficienza governativa terminati con l’intervento del socialista Elio di Rupo esso ha per così dire riconquistato una forma solo dopo il secondo paradosso di stampo finanziario , ottenuto in conseguenza del crollo della Dexia, la banca franco- belga protagonista e causa, secondo quanto riferito da pubblicazioni congiunte di Le Figaro ed Echoes, di una perdita per il 2011 di dodici miliardi di euro. Tale secondo paradosso ha in effetti obbligato i partiti a rendere nelle sedi istituzionali decisioni unanimi in campo di riforme economiche e modifiche istituzionali. Dexia, che fa parte dell’elenco delle banche più esposte alle conseguenze di una bancarotta greca, ha favorito, con il suo andamento finanziario, la rotta verso l’unione di partiti naviganti pericolosamente tra gli umori del mercato finanziario.
Nonostante le piuttosto eterogenee presenze francofone e fiamminghe, democristiane, socialiste, liberali e verdi, in Belgio si è infatti raggiunto un accordo per la riforma federale. Elio Di Rupo ha a tal proposito assunto un ruolo di prim’ordine. Classe 1951, presidente del PS e protagonista con esso del grande successo elettorale ottenuto nel 2010, a fronte della profonda crisi socio- istituzionale del 2011 il cui oggetto è stata oltre alla divisione tra fiamminghi e valloni – fatta di storia di lotte religiose e conquista spagnola – soprattutto la questione locale, riguardante le richieste di autonomie provinciali. Di Rupo ha avuto allora il merito di unire una coalizione di partiti politicamente incompatibili per la realizzazione di una grande riforma dello Stato. Il 12 ottobre 2011 Di Rupo da Formatore regale ha potuto presentare con gli otto partiti associatisi (PS, MR, CDH, Ecolo, CD&V, Sp.a, VLD, Groen ) la sesta riforma istituzionale belga, nota ormai come una delle più importanti che lo Stato abbia mai conosciuto.
Sostanzialmente essa sancisce il principio di sussidiarietà corteggiato anche dalla nostra costituzione all’articolo 117. Il 6 dicembre 2011 Di Rupo è poi divenuto Primo ministro del nuovo governo. Ora l’autorevolezza europea del Belgio non può però essere altrettanto difesa : sembra infatti che ci sia una notevole discrepanza tra le questioni interne al paese ed il ruolo di autorità internazionale che la capitale Bruxelles rappresenta. Il Belgio non è esente da critiche. L’alert mechanism report, un documento redatto dalla Commissione europea come fonte delle numerose neocompetenze acquisite con il rafforzamento del patto di stabilità e di crescita, comprende una lista di dodici paesi in parte dell’ unione europea, tra i quali il Belgio, che non sono economicamente in linea con gli altri.
Elio di Rupo come primo ministro ha accolto di mal grado la presenza del Belgio all’interno della lista. Ai tre indici negativi a causa dei quali il Belgio è in lista secondo la commissione Ue, Monsieur Di Rupo ha risposto con tono confutatorio. In prima istanza all’accusa di una perdita nel mercato dell’esportazione ha sotenuto l’obbligo di un esame approfondito prima di puntare il dito sul Beglio. Per le accuse di indebitamento pubblico e privato ha poi risposto che per quanto riguarda il debito privato la Banca Nazionale analizza la salute finanziaria di un paese tenendo conto essenzialmente del tasso di debito consolidato piuttosto che dei tassi lordi come invece riferito dall’ Ue, e che sempre nei termini di un indebitamento pubblico, il Belgio può ancora attestarsi tra i meno colpiti dalla crisi. Le previsioni strettamente economiche prevedono tuttavia per il 2012 un anno piuttosto nebuloso costellato di elementi negativi: la crescita dell’economia sarà nulla, afferma la BNB, e la disoccupazione aumenterà dello 0,5%. Un bel trompe l’oeil vista la posizione istituzionale del Belgio quale sede della maggiorparte delle istituzioni dell’unione europea, non da ultimo il parlamento europeo. Anche Moody’s ha minacciato di rivedere la nota di credito accordata alle banche belghe a causa del deterioramento della solvibilità delle autorità di sostegno La posizione ufficiale è legata a di Rupo e si manifesta nei continui e sincopati tentativi di manifestare partecipazione (ad esempio la presenza nelle manifestazioni carnevalesche) mentre la posizione ufficiosa è sintetizzata dai forum di commento ai siti istituzionali e d’informazione che in poche ed ironiche parole smantellano il sistema politichese che il Belgio in Europa non cessa di rappresentare. A ben vedere l’arlecchino diplomatico di Baudelaire calza perfettamente con il contesto carnevalesco del periodo e con le altrettanto caricaturali posizioni governative e ministeriali a fronte di una crisi che investe all’interno ed all’esterno il paese. Quanto poi alla diplomazia, essa sembra essere un ricordo assai lontano dagli occhi e dal cuore borghese filoeuropeista.
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