di Renata Caruso*
Nell’Ucraina post-sovietica si è assistito a un risveglio dell’interesse nei confronti del nazionalismo integrale di Dmytro Doncov (1883-1973) e, in generale, del pensiero politico nazionalista. Le opere di Doncov sono reiteratamente ristampate ed si assiste a un fiorire di studi dedicati al nazionalismo integrale. E’ stato istituito, inoltre, il Centro scientifico-ideologico Dmytro Doncov (Naukovo-ideolohičniy centr imeni Dmitra Doncova), con sede centrale a Drohobič, regione di L’viv, il cui responsabile è Oleh Bahan, politologo, autore di numerosi articoli sul nazionalismo e promotore della diffusione dei testi di autori ucraini classici sul nazionalismo.
Nel 1921, Doncov, in I fondamenti della nostra politica (Pidstavy našoji polityky) collocava il rinnovamento dell’Ucraina nella prospettiva dell’«Europa psicologica», dominata dalla «ragione faustiana che personifica creatività, desiderio di scoperte e di innovazioni», quale antitesi del dispotismo orientale rappresentato dalla Russia.
La nazione, affermava Doncov, è «la migliore emanazione della volontà di lottare e di combattere per la libertà», ma solo quelle nazioni che hanno «la psicologia di un popolo autoritario e dominante» avranno successo nella lotta. «L’Ucraina ancora non esiste», si lamentava Doncov, «ma possiamo crearla nelle nostre anime». «Una nazione non ha bisogno di precondizioni oggettive per estorcere dalla storia la sua rivendicazione a essere uno Stato», ma è necessario solo il valore «soggettivo» di pochi uomini.
Come sosteneva Doncov, «riguardo le questioni nazionali non siamo andati oltre a quei limiti che riguardavano il bisogno dell’autodifesa».
Per quel che riguarda l’Ucraina odierna, alla vigilia delle elezioni parlamentari di ottobre è opportuno prendere in considerazione quei movimenti e partiti che anelano ad avere uno spazio nell’arena politica nazionale, presentandosi come forze non compromesse dalle vicende politiche di questi ultimi anni e che cercano di riattualizzare i miti del nazionalismo del secolo scorso per favorire una nuova coesione politica che sia in grado di inglobare e re-incanalare quelle parti della cittadinanza disilluse dallo stato della politica ucraina.
Tra i partiti che si definiscono nazionalisti, quello di Svoboda è l’unico oggi a poter avere una possibilità di entrare a ottobre a far parte della Verchovna Rada dell’Ucraina.
Il 22 gennaio del 2012 i leader dell’opposizione filo-occidentale dell’Ucraina hanno sottoscritto un accordo, al fine di presentare i loro candidati in una lista unica alle elezioni parlamentari che si terranno il 28 ottobre prossimo allo scopo scalzare dal governo il clan di Doneck prima che esso possa consolidare ulteriormente il proprio potere.
«E’ stata un’unificazione simbolica, ma accettare una vera e propria lista elettorale è tutta un’altra questione», ha detto Volodymyr Fesenko, presidente del Centro per la ricerca politica applicata Penta di Kyiv.
Con le votazioni di ottobre, metà dei 450 membri del parlamento verranno eletti attraverso il sistema maggioritario, mentre l’altra metà verrà eletta tramite il sistema proporzionale (in questo caso i partiti per poter accedere al parlamento dovranno superare la barriera del 5%).
Si ritiene che solo il partito di Arsenij Jacenjuk, il leader del Fronte per il cambiamento (Front Zmin), il partito Bat’kivščyna guidato dall’ex primo ministro ora agli arresti Julija Tymošenko e il partito nazionalista Svoboda guidato da Oleh Tjahnybok abbiano la possibilità di superare la soglia del 5%.
Il partito Svoboda è uscito dai margini della politica ucraina nel 2010 ottenendo un’enfatica vittoria alle lezioni locali in tutte le roccaforti della tradizionalmente nazionalista Ucraina occidentale (nelle regioni di Lviv, Ternopil e Ivano-Frankivsk).
Tjahnybok ha detto: «Sono avvenute due rivoluzioni nella storia dell’Ucraina contemporanea, la prima durante gli anni 1989-1991 quando è emerso uno stato ucraino indipendente. La seconda nel 2004. Ma quella del 2004 è stata tradita. Il 2012 si ritiene che diverrà l’inizio di una terza rivoluzione che si concluderà con una vittoria e trasformerà l’Ucraina da uno stato di oligarchi ad uno stato per gli ucraini, dove dominerà la giustizia sociale e nazionale».
Ma per capire cosa hanno in comune il Partito Svoboda e i suoi rappresentanti e il pensiero politico di Dmitro Doncov è opportuno prendere in esame le dichiarazioni ufficiali del leader di Svoboda Tjahnibok e il programma di partito in vista delle elezioni.
Sono molte le dichiarazioni di Tjahnibok circa la figura carismatica di Doncov. Tra l’altro Tjannibok è anche autore di alcune introduzioni alle opere dell’ideologo del nazionalismo integrale, tra le quali “Chrestom i mečem” (Con la croce e con la spada), ripubblicata nel 2011 con il sostegno economico degli svobodcy di Ternopil’ per celebrare il 128° anniversario della nascita di Doncov. Nell’introduzione Tjahnibok afferma significativamente: «Doncov non è stato solo un uomo, egli ha rappresentato un’intera epoca».
Uno dei postulati ideologici del leader di Svoboda è il seguente: “Noi basiamo la nostra ideologia sulle opere… di Doncov, semplicemente cerchiamo di modernizzarle in base alla realtà di oggi e alle condizioni della nostra vita”.
Quali sono le idee Doncov che Svoboda vorrebbe riattualizzare? La propaganda di Svoboda pone l’accento sul concetto di etnia, quale base per il consolidamento della nazione, e su una certa idea geopolitica dell’Ucraina come pivot area dell’Europa, che deve essere definitivamente affrancata dall’influenza politico-economica della Russia semiasiatica.
Svoboda, che ha intenzione di diventare parte attiva nell’attività parlamentare ucraina, ovviamente mantiene una linea “moderata”, anche attraverso le richieste programmatiche ufficiali. Per quanto riguarda la politica economica, il partito nazionalista richiede di adottare un programma statale di indipendenza energetica dell’Ucraina. Sbododa, inoltre, rivendica la continuità storica della statualità ucraina, sottraendo alla storia russa il retaggio della Rus’ di Kiev. Nella costituzione dell’Ucraina, secondo Svoboda, deve essere specificato che l’attuale Stato ucraino è erede diretto della Rus ‘di Kiev, del principato di Galizia-Volyn, della Repubblica cosacca dell’Hetmanato, della Repubblica popolare ucraina, della Repubblica popolare dell’Ucraina occidentale e carpato-ucraina e dello Stato ucraino restaurato con l’atto di rinascita del 30 giugno 1941. Secondo il partito nazionalista, l’Ucraina indipendente è emersa come risultato di oltre tre secoli di lotta di liberazione nazionale del popolo ucraino. L’occupazione dell’Ucraina da parte della Russia bolscevica nel biennio 1918-1921 e l’esperimento sovietico sono considerati dai nazionalisti integrali come responsabili del genocidio degli ucraini (holodomor) causato dalla carestia degli anni Trenta.
Al di là delle sue anacronistiche riattualizzazioni nell’Ucraina del XXI secolo, la teoria e la prassi del nazionalismo integrale di Doncov vanno collocate nell’orizzonte dell’epoca dei totalitarismi. In Ucraina, perciò, non si tratta più di forgiare un nuovo Stato secondo l’ideologia del nazionalismo integrale, ma di consolidare quello esistente emerso da un controverso e intricato processo politico e istituzionale che, dopo la rivoluzione arancione del 2004, è ancora un’opera aperta.
* Docente del Pontificio Istituto Orientale
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