di Renata Gravina

Antonis Samaras, capo di «Nea Dimokratia» restituisce al presidente greco Papoulias il mandato di formazione governativa. Gli sforzi per porre in essere un governo di salute nazionale sono falliti. Sembra che le elezioni legislative anticipate in Grecia facciano esplodere la primavera solo negli estremismi un tempo extraparlamentari di destra e sinistra. La Grecia neo-nazista si manifesta con il partito di «alba dorata», violento e xenofobo, eppure ufficialmente entrato nel parlamento greco con 21 seggi. La risultante delle elezioni legislative è la consacrazione di una tendenza che fa propaganda attraverso l’affondo ai partiti filo europeisti.

La Grecia, minacciata dalla disoccupazione e dalle misure di austerità che sembrano non conoscere fine, ha vissuto queste legislative in uno scenario di alta tensione al termine del quale la linea democratica perde quasi in ogni sua forma. «Nea Dimokratia» il partito di centro-destra di Antonis Samaras e i socialisti del «Pasok» hanno in effetti ugualmente accusato il drastico calo di consenso . «Sono venuto, ho visto, ho vinto! Ora voglio tutti gli stranieri fuori dal moi paese!» : il capo di Alba dorata sembra determinato. «L’ora della paura per coloro che tradiscono la patria è suonata!»: Nikos Michaloliakos ha ottenuto con il suo partito quasi il 7 % dei voti.

Creata all’inizio degli anni Ottanta l’«Alba dorata» di Michaloliakos, propaganda una ideologia nazional-socialista, e pur rifiutando la qualifica di neo-nazista, la coalizione ha il simbolo di una croce celtica ed una retorica altrettanto chiara (sul sito ufficiale si vendono edizioni del “Mein Kampf” e si pubblicizza William Luther quale difensore della razza ariana).

Jean-Yves Camus, politologo e spacialista di estremismi in Europa , ricorda come i prodromi di «Alba dorata» si fossero caratterizzati per l’emergere di un piccolo gruppo pleonasticamente ricalcante il nazionalsocialismo degli anni Trenta con l’aggiunta di una recrudiscenza della violenza civile e dell’antisemitismo.

Ora «Alba dorata» resta un partito che lotta contro l’immigrazione e vi oppone la xenofobia, avvantaggiandosi del trend anti-austerity grazie al quale si trova oggi in parlamento. I suoi militanti hanno fatto propria, riadattandola, la Dottrina Monroe de «la Grecia ai greci» oltre a favorire l’odio contro gli stranieri tutti. Importante elemento di «politica estera», se cosi’ la vogliamo chiamare, è la spinta all’utilizzo di mine anti-uomo lungo la frontiera greco- turca che impediscano il passaggio illegale, attualmente attestantesi intorno al 90 %, degli immigrati.

Attacchi razzisti contro Afghani e Pakistani sono per i militanti di «Alba dorata» all’ ordine del giorno. Considerando i suoi 21 seggi come rappresentativi dell’ansia di commissariamento che si respira in Grecia, va sottolineato come i militanti di «Alba dorata» abbiano effettuato da tempo una politica capillare sul territorio. Nelle «banlieues» greche essi proponevano protezione agli anziani e nutrizione alle famiglie povere. La rete sociale del partito è servita insieme come tattica d’inglobamento della popolazione e di supplenza dello Stato sociale. Ora «Alba dorata» rappresenta il secondo dei due focolai europei – il primo è quello ungherese – di rappresentanza neo-nazista in parlamento. In effetti ora che «Nd -Nea Dimokratia» non ha preso che un 18,8 % di suffragi ed è stato scalzato insieme ai socialisti del «Pasok» dalla sinistra radicale del partito «Syriza», capeggiata da Alexis Tspiras, i due partiti per l’austerity con 149 seggi su 300, soffrono un vuoto parlamentare.

Béatrice Giblin autrice di «L’extrême droite en Europe» e direttrice di “Hérodote”, una rivista di geopolitica, si sofferma – in un’ intervista sulla Francia di LePen e sul fenomeno dell’ estrema destra -, sui tre fattori che incentivano i focolai nazional populisti: il primo di essi risulta essere il contesto internazionale europeo che risente degli episodi di terrorismo quali fattori da cui ogni singolo Stato nazione puo’ tentare di affrancarsi attraverso una politica nazionalista e protezionista; il secondo fattore si lega alla storia europea, nella maggior parte dei casi caratterizzata da una «emigrazione stabilizzata», condizione storica che mal sopporta l’ondata di immigrazione; infine, la Giblin constata la presenza di un’internazionale xenofoba e nazionalista che attraverso i siti web ed i pochi rappresentanti legalizzati nelle forme istituzionali, si confronta e si organizza in cellule. In quest’ottica anche «Alba dorata» è un serio pericolo.

 

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