di Emanuele Schibotto

Quasi contemporaneamente allo scoppio (mediatico) del caso “Pussy Riot” la Federazione Russa ha completato il processo di adesione all’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). Una notizia, quest’ultima, ben più importante sul piano delle relazioni internazionali con potenziali ricadute positive anzitutto per il nostro Paese.

Il nono maggiore esportatore del mondo fuori dalla più importante ed influente organizzazione internazionale dedicata alla promozione del commercio internazionale: questa era la posizione della Russia fino allo scorso 22 agosto, quando Mosca ha completato formalmente l’adesione alla OMC dopo un percorso tormentato durato quasi vent’anni. Osteggiata dal partito comunista, dai vari monopoli ed oligopoli nazionali e da una parte rilevante dell’ambiente economico, l’adesione marca senza dubbio un momento storico per il Paese.

Pur tenendo a mente i numerosi problemi di cui è vittima la Federazione oggi (dal deficit demografico, alla elevata tossicodipendenza, alla iperdipendenza economica dalle risorse naturali), il Cremlino ha senz’altro valutato un saldo positivo tra i benefici economici di lungo periodo e i costi di breve. Lo spiega bene Andrey Goltsblat in un articolo pubblicato dal Moscow Times. Anzitutto, la riduzione dei dazi doganali sui beni importati fungerà da volano per l’aumento della competitività del sistema-Paese. “La famiglia media russa potrà comprare prodotti di qualità migliore a prezzi più bassi”, scrive Goltsblat. Inoltre, l’ingresso nella OMC raffredderà la tradizionale diffidenza delle imprese russe verso il contesto economico internazionale grazie al sistema regolatorio e sanzionatorio garantito dalla OMC. Infine, un beneficio fondamentale: il Paese avrà l’opportunità di compiere passi avanti verso la diversificazione economica, sviluppando settori non legati alle risorse energetiche quali le produzioni automobilistica e aeronautica.

L’adesione non recherà vantaggi solo al Paese, gioverà anche ai suoi principali partner commerciali membri dell’OMC. In primo luogo l’Unione Europea. La Russia è il terzo partner commerciale dell’UE mentre Bruxelles è il primo fornitore di Mosca nonché il maggior investitore estero. Il commissario UE per il commercio, Karel De Gucht, ha dichiarato: “L’odierna adesione all’OMC è un grande passo avanti per l’ulteriore integrazione della Russia nell’economia mondiale […]. Essa faciliterà scambi e investimenti, stimolerà la modernizzazione dell’economia russa e offrirà enormi opportunità sia alle imprese russe che a quelle europee. Credo che la Russia si atterrà all’impegno assunto di soddisfare le regole e le norme del commercio internazionale”. La Commissione Europea stima che la riduzione graduale dei dazi all’importazione porterà un risparmio per gli esportatori europei di 2,5 miliardi di euro all’anno ed un contemporaneo aumento dell’export verso la Russia quantificato in 3,9 miliardi di euro.

Secondo dati ISTAT, l’interscambio commerciale bilaterale Italia-Russia viaggia oltre i 27 miliardi di euro (oltre la metà rispetto all’interscambio Mosca-Berlino) e presenta un saldo commerciale negativo per Roma di circa 9 miliardi: importiamo per 18 miliardi (soprattutto gas naturale, petrolio e derivati) ed esportiamo per 9 miliardi. Le vendite del made in Italy maggiormente apprezzato dai russi (abbigliamento e macchinari) si fermano al miliardo di euro: per le imprese italiane si apriranno evidenti opportunità da sfruttare, rese più interessanti dai buoni rapporti diplomatici in essere tra i due Paesi.

 

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