Luca Massidda, Campagna elettorale. Storia e dinamiche, Mondadori Scuola, Milano, 2022, pp. 197.
di Alessandro Sterpa
Con il suo recente volume nella collana Lessico democratico diretta da Manuel Anselmi, sulle campagne elettorali, Luca Massidda presenta non solo ai sociologi e gli scienziati politici ma anche agli studiosi delle istituzioni e del diritto costituzionale una interessante ricostruzione delle dinamiche elettorali con particolare riferimento alle competizioni presidenziali negli Stati Uniti d’America.

Luca Massidda, Campagna elettorale. Storia e dinamiche, Mondadori Scuola, Milano, 2022, pp. 197.

di Alessandro Sterpa

Con il suo recente volume nella collana Lessico democratico diretta da Manuel Anselmi, sulle campagne elettorali, Luca Massidda presenta non solo ai sociologi e gli scienziati politici ma anche agli studiosi delle istituzioni e del diritto costituzionale una interessante ricostruzione delle dinamiche elettorali con particolare riferimento alle competizioni presidenziali negli Stati Uniti d’America.

Il lavoro prende le mosse dal famoso confronto tra McKinley e Bryan sul finire dell’Ottocento. Pur centrata sulla vicenda americana, l’analisi di Massidda sviluppa alcune incursioni nella vicenda italiana, soprattutto per collegare le due dimensioni di analisi nei momenti in cui il legame sembra più forte nei processi di innovazione delle campagne elettorali. D’altronde – come lui stesso ci ricorda – negli Stati Uniti negli anni 30 vi era stata un’accelerazione del processo di professionalizzazione del campaigning mentre in Italia dopo la II Guerra mondiale si assisteva ancora – sono le parole di Novelli – ad una campagna elettorale caratterizzata da partiti in grado di gestirle in maniera autarchica.

Non a caso, secondo l’Autore, a vincere nel 1948 con la Democrazia cristiana “non è soltanto la Chiesa Cattolica ma anche il modello occidentale del sistema americano”. Come è noto, una svolta – e ben te lo ricorda Luca Massidda (nella foto, in basso)- avvenne nell’età della televisione. Fu con l’avvento della televisione che si avviò negli Stati Uniti un radicale processo di trasformazione nella campagna elettorale e in particolare intorno alla figura del futuro Presidente Kennedy che per primo, ad esempio, si dotò di un sondaggista per la campagna elettorale e fu proprio grazie a quei numerosi utilizzi del polling che ci riuscì a costruire l’immagine di successo del giovane senatore democratico; ciò avvenne sia perché si riusciva così a selezionare i temi da presidiare sia perché tutto ciò permetteva prontezza nelle risposte che riguardavano quelle problematiche.

La svolta con Kennedy dunque non fu solo per il primo dibattito televisivo del 1960 ma fu in realtà un’impostazione complessiva certamente dettata dal nuovo mezzo grazie al quale, come sostiene Massidda, J.F.K. riuscì a scalare il partito democratico riuscendo nell’impresa che non riuscì nel 1912 a Theodore Roosevelt quando non c’erano alleati per l’innovazione della campagna e la gestione era puramente personal-partitica. Il confronto fra Nixon e Kennedy negli studi di Chicago della CBS (con moderatore Howard K. Smith e altri giornalisti in studio) rappresenta senza dubbio la svolta delle campagne elettorali attraverso il medium televisivo.

Interessanti anche le riflessioni che, muovendo dal confronto fra Reagan e Carter (quindi dagli anni 80) muovono sul tema della campagna elettorale permanente ossia della ricerca continua del consenso che aggiunge elementi nuovi allo svolgimento delle campagne elettorali e porta l’Autore a riflettere sulla fine della prima Repubblica del 1992-94 e l’avvento della comunicazione berlusconiana. Un tema quest’ultimo sul quale si sono dedicati molti studiosi, anche perché ha certamente portato in Italia con ritardo rispetto agli Stati Uniti temi di interessante riflessione anche istituzionale.

Infine il lavoro di Massidda riflette sulle novità della network society legata alle campagne che partono da Clinton e arrivano ad Obama. È evidente che il lavoro dell’Autore, come lui stesso nota, dovrà essere completato sia con l’occhio alle elezioni presidenziali americane del 2024 sia ai fattori di mutamento strutturale: sicuramente il fenomeno dell’epidemia Covid e – aggiungiamo noi – i nuovi equilibri internazionali legati allo scontro tra Ucraina e Russia.

Con il libro di Massidda si conferma l’intensa e interessante attività della collana diretta da Manuel Anselmi.

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